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Archivio - NL n.° 2
Archivio: luogo e oggetto della memoria privata, familiare, collettiva, pubblica.
Scatole, cassetti, scaffali, faldoni, buste, filze, fascicoli, fondi, volumi, documenti. Ma anche fotografie, registrazioni sonore, disegni, partiture musicali, manifesti, oggetti fisici. Ora anche file, microchip, video, cloud, social network.
Tra tentazione di catturare la memoria del tempo e fragile consapevolezza della sua im-possibilità.
Non siamo nati sotto cavolfiori
Non siamo nati sotto cavolfiori,
né becchi di cicogna ci han portati:
noi siamo nati da due genitori,
ma i genitori da chi sono nati?
Dai loro genitori, e anche quelli
dai loro, non occorre che lo dica:
noi, sulla cima, siamo dei fuscelli,
e sotto c’è una pianta grande, antica.
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Da noi alle radici, laggiù in fondo,
c’è un tempo che possiamo esplorare:
chissà dove sprofondano nel mondo,
chissà fin dove possono arrivare…
Si può essere curiosi del futuro,
ma anche del passato, della storia:
c’è un cammino, lento ma sicuro,
lungo una lunga pista, la memoria.
Roberto Piumini
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I bambini dimenticati
Mi aspetta il custode. In mano ha molte chiavi raccolte in un anello. Il manicomio da pochi mesi era chiuso, dopo che la legge 180 il 13 maggio ne aveva decretato la fine. [...]
L'uomo, senza troppe parole, sceglie una chiave dal folto del mazzo e apre un portone, poi altri giri in altre toppe, una porta dopo l'altra. Alla fine ci ritroviamo nell'atrio vuoto e desolato del piano terra […] nessuno sguardo oltre ai nostri a osservare. Entriamo in una grande sala, a destra lo scalone che porta al primo piano. È l'archivio. Dalle ampie finestre osservo la laguna nebbiosa, la chiesa che si affaccia sulla riva, gli alberi del parco. Al centro un tavolo circondato di scaffalature protette dalle vetrine. Contengono l'archivio vero e proprio: faldoni su faldoni di cartelle cliniche divise per anno.
Ho ricevuto il permesso di consultarle per motivi di studio. Devo ringraziare la mia tesi per questo privilegio. Ripenso al mio obiettivo: scoprire quanti bambini dimenticati in vita e in morte siano passati di lì, per farli uscire da quelle carte ammuffite e per leggere le loro storie.
Scuola e archivio. Fare storia a partire dagli archivi: da quelli più vicini -in famiglia- sino a quelli istituzionali: locali, statali, ecclesiastici...
Accompagnare i nostri alunni alla scoperta di alcuni di essi spesso localizzati in spazi assai vicini. Archivi che ci raccontano il passato per aiutarci a capire anche un poco del nostro presente.
Archivio … Lavori in corso
Introdurre l’idea dell’archivio senza mai usare questo termine specifico. Iniziare a cercare documentazione esistente in ciascuna famiglia. Usare tutte le tipologie di fonti per provare a suscitare la curiosità dei miei alunni sul tema della civiltà contadina. Interessarsi al passato familiare e coinvolgere la generazione dei nonni e delle nonne per provare a confrontare aspetti della realtà quotidiana di oggi rispetto a ieri. È questo ciò che sta accadendo nella mia classe seconda.
Ogni famiglia, generalmente, conserva un proprio archivio di fotografie, documenti, oggetti che appartengono al passato, alla propria storia familiare. Ne abbiamo raccolti e osservati alcuni in classe. Ciascun bambino ha raccontato da dove provenissero, chi potesse averli usati o realizzati.
Sono state raccolte anche interviste e questionari proposti ai nonni per conoscere come fossero le case della loro infanzia.
Tali testimonianze hanno fatto scoprire agli alunni un mondo sostanzialmente sconosciuto benché molto diffuso in questi territori fino a pochi decenni fa.
Con la visita a un piccolo museo che raccoglie e classifica oggetti e strumenti di lavoro della civiltà contadina locale i bambini hanno avuto la possibilità di farsi una prima idea della ricchezza, della somiglianza e della diversità del modo di vivere “al tempo dei nonni bambini”.
Una semplice “caccia al tesoro” al museo per cercare alcuni oggetti è servita per soffermarsi ad osservarli e compiere le loro prime semplici ma significative riflessioni.
Ricordo, ad esempio, lo stupore di alcuni alunni nel constatare come fosse diversa la dimensione di certi oggetti rispetto a come li avevano immaginati.
Dopo la visita al museo
La prossima fase li vedrà coinvolti nella visita ad una casa colonica del paese che conserva la sua struttura architettonica, la suddivisione degli spazi e la collocazione degli arredi originali.
Un fondamentale traguardo, per quest’anno, potrebbe essere di far comprendere ai bambini che al tempo dei nonni il modello di vita agricola era il più diffuso nei nostri paesi ed era caratterizzato dall’autonomia produttiva.
I miei alunni stanno già iniziando a capire che nel tempo sono avvenute importanti trasformazioni: si tratterà di rinforzare e consolidare le loro “scoperte”.
Il prossimo anno potremo così riprendere da questo punto per occuparci più da vicino della civiltà contadina.
In conclusione: le esperienze realizzate hanno permesso ai bambini di conoscere da vicino alcune fonti orali (le testimonianze dei nonni), scritte (documenti scolastici), materiali (oggetti conservati in famiglia e al museo), iconografiche (fotografie d’epoca). E di avviare la comprensione che il passato si conosce attraverso le tracce, i segni, i materiali che esso ha lasciato e che noi sappiamo interrogare. Attraverso le fonti. Attraverso i depositi di fonti e di memoria che sono gli archivi.
Arrivederci nel sito della Rete alla chiusura dei lavori in corso.
Ins. Wallì Scomparin, I.C. di Maserada sul Piave (TV)
“Archivio”: all'inizio era solo una parola
“Topi d’Archivio” è il titolo di un laboratorio pomeridiano quadrimestrale a cui hanno partecipato due gruppi di studenti delle classi 3^ della Scuola Secondaria di 1° di Maserada sul Piave.
I ragazzi, incuriositi dal titolo, si aspettavano “un laboratorio creativo e divertente” nel quale “apprendere informazioni sulla storia” “divertendoci” e “senza fare compiti per casa”. Si aspettavano “di usare il computer” e “di andare in quasi tutti gli archivi di Maserada” per “fare ricerche su tanti argomenti”, ma non avevano idea di quali fossero gli archivi di Maserada, dove si trovassero, che cosa contenessero. Usavano indifferentemente le parole archivio, biblioteca, museo considerandole quasi sinonimi e tra loro interscambiabili perché tutte in qualche modo connesse con la storia, ma prive di una propria specificità, così come le parole libro, documento, registro, fonte.
L’attività di laboratorio è iniziata dall’indagine personale e famigliare (Cosa conservi del tuo passato? Perché? E la tua famiglia? Cosa conserva della sua storia?), per riflettere poi sull’importanza della memoria collettiva.
La visita all’archivio scolastico ha portato i ragazzi a scendere nel sotterraneo ed esplorare fisicamente lo spazio tra gli scaffali, mossi dalla curiosità di cercare, nei grossi faldoni allineati sotto astruse sigle di catalogazione, le parole e i temi a loro più familiari.
Sui grandi banchi della Sala Consiliare, hanno potuto aprire e sfogliare il faldone del Conto Consuntivo dell’anno 1887 proveniente dall’archivio comunale di Maserada e da questo abbiamo selezionato e digitalizzato alcuni documenti relativi ai ruoli di riscossione delle tasse.
In aula informatica, utilizzando una piattaforma di apprendimento on-line, i ragazzi hanno esaminato i documenti digitalizzati e li hanno trascritti in un database. Infine hanno provato a interrogare l’archivio digitale così ricostruito cercando di inferire e raccontare alcune informazioni sulla vita a Maserada alla fine del XIX secolo.
Parallelamente alle attività operative, i ragazzi hanno sviluppato le conoscenze e le riflessioni sulle caratteristiche peculiari degli archivi storici e sul loro valore di beni culturali appartenenti al patrimonio pubblico. Grazie alle conoscenze acquisite, i ragazzi hanno maturato anche la consapevolezza di essere essi stessi protagonisti nella produzione di archivi personali usando le nuove tecnologie digitali e gli strumenti di comunicazione/condivisione disponibili nel web che facilitano ed ampliano la possibilità di produrre, manipolare, diffondere e… archiviare informazioni.
Francesca Conean e Carla Salvadori, inss. del Laboratorio “Topi d’Archivio”
I. C. di Maserada sul Piave (TV)
I Topi d’Archivio ora sanno che la storia non è una cosa già tutta fatta, ma una cosa che si fa e che si cerca.
Leggi il libro sfogliabile delle loro riflessioni e scoperte tratto dai materiali della piattaforma web.
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