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Storia di una lumaca
“Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”
Capitolo 1
In un prato vicino a casa tua o a casa mia viveva una colonia di lumache sicurissime di trovarsi nel posto migliore al mondo.
Nessuna di loro si era mai spinta fino al limitare del prato, né tanto meno fino alla strada asfaltata che iniziava proprio là dove crescevano gli ultimi fili d’erba. E siccome non avevano viaggiato non potevano fare confronti, quindi ignoravano che per gli scoiattoli il posto migliore era sulla cima dei faggi, o che per le api non c’era posto più piacevole delle arnie di legno disposte in fila dall’altra parte del prato. Non potevano fare confronti ma non importava, perché per loro quel prato, dove grazie alla pioggia crescevano in abbondanza le piante di dente di leone, era il posto migliore per vivere.
Quando arrivavano i primi giorni di primavera e il sole faceva sentire delicatamente la sua tiepida carezza, le lumache si svegliavano dal letargo invernale, con un lieve sforzo dei muscoli sollevavano il guscio quel tanto che bastava a mettere fuori la testa e subito allungavano i cornini con in cima gli occhi. Allora scoprivano con gioia che il prato era coperto di erba, di piccoli fiori selvatici e, soprattutto, di saporiti dente di leone.
Certe lumache, le più vecchie, chiamavano il prato Paese del Dente di Leone e chiamavano Casa la frondosa pianta di calicanto che ogni primavera germogliava con rinnovato vigore dalle foglie castigate dalla brina invernale…
(Luis Sepulvèda, Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza, Milano, Guanda, 2013)
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