Tu sei quiPercorso galoppatoio - Verifica e valutazione

Percorso galoppatoio - Verifica e valutazione


6. VERIFICA E VALUTAZIONE

Durante il percorso didattico i bambini hanno attivato le seguenti operazioni cognitive.

Mentre alcune sono state messe in moto in modo spontaneo, la maggior parte sono state

sollecitate dall’insegnante con discussioni, riflessioni o con domande mirate:

 

  • Porre domande sulle tracce del pilastro e trasformarle in fonti.
  • Scoprire il contesto delle tracce, la Villa.
  • Confrontare e produrre inferenze sulla presenza di pilastri simili nella recinzione della Villa.
  • Riconoscere il tema del galoppatoio come argomento di ricerca.
  • Produrre ipotesi e inferenze semplici sollecitate da domande.
  • Ricavare informazioni dalle fonti fotografiche di oggi e del ‘900 usando una guida di osservazione. 
  • Porre domande e problemi, nati da curiosità e da bisogni informativi.
  • Ricavare informazioni dal testimone.
  • Riconoscere ed evidenziare i sottotemi indicati con colori diversi nella trascrizione dell’intervista.
  • Ordinare cronologicamente le fonti e le informazioni del galoppatoio in una linea temporale.
  • Collocare le fonti del galoppatoio nella striscia generazionale.
  • Rilevare e comprendere mutamenti e permanenze del galoppatoio tramite confronto.
  • Comunicare le conoscenze con una mappa.
  • Costruire l’indice delle attività e usarlo come scaletta per raccontare la storia del galoppatoio.
  • Produrre significati: dare senso e valore di fonte e bc alle fondamenta del pilastro.

L’oggetto della ricerca, delle pietre a cielo aperto senza protezione e descrizione del

reperto, è stato particolarmente efficace per far capire ai bambini l’importanza di una

traccia della fonte, della sua conservazione e tutela. Spontaneamente gli alunni hanno

inoltrato osservazioni critiche verso l’Amministrazione che non aveva sufficientemente

protetto e messo in risalto il valore storico delle fondamenta del pilastro e hanno sottolineato

l’atteggiamento di incuria dei cittadini che nonostante la catenella, calpestavano le

pietre del pilastro per abbreviare la strada. Qualcuno ha ammesso di averle pestate, ma

che non l’avrebbe fatto più. La conoscenza e la fruizione di un bene culturale ha modificato

negli alunni atteggiamenti e comportamenti nei confronti delle tracce del territorio perché

hanno percepito l’importanza delle tracce come fonti per ricostruire una storia. Allo

stesso tempo il percorso di lavoro ha fatto loro scoprire quelle stesse tracce anche come

beni culturali, da far conoscere alla comunità e da tutelare dall’indifferenza. Un esempio di

spiccato senso civico per i grandi.

Il percorso è stato seguito con molto interesse, ha sviluppato in modo chiaro e quasi

collettivo il concetto di bene culturale e della sua tutela (ha stupito per la naturalezza con

cui è stato manifestato), ha fornito abilità nell’osservare, ha abituato ad analizzare e a confrontare,

li ha esercitati a porre domande e a pensare criticamente. Per tutto questo vale

la pena di intraprendere un processo simile. È utile ricordare che alcune fasi della ricerca

sono più difficile di altre da gestire, in modo particolare l’uso della testimonianza.

La persona, nel rispondere alle domande, include altri argomenti che attirano l’attenzione

dei bambini che facilmente si lasciano coinvolgere in temi non pertinenti alla ricerca.

Il testimone usa temporalità diverse, accavallandole, inserendo date imprecise o circostanze

generiche o vaghe.

La gestione della testimonianza diventa difficile o ingestibile se non interviene la mediazione

didattica per la limitazione del campo di ricerca o suggerendo oprazioni relative

alla trascrizione dell’intervista per es. secondo un criterio temporale (potrebbe essere anche

per argomenti e sottotemi) che aiutano i bambini a ricordare e organizzare le informazioni.

La trascrizione offre un modello di scrittura, un telaio per esporre le conoscenze e un

personale supporto per operazioni analoghe in altri contesti.

Inoltre l’acquisizione di abilità, procedure e competenze richiede tempi distesi o comunque

personali e avviene quando l’apprendimento e l’insegnamento interagiscono,

l’alunno diventa consapevole di quello che fa e lo applica in altri contesti. A volte l’organizzazione

scolastica, scandita da tempi sempre più frazionati, non aiuta a rafforzare questo