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Dalle cave alla fornace: il percorso
2. IL PERCORSO
Per costruire il percorso sono state applicate la metodologia della ricerca storico-didattica e quella della didattica dei copioni.
La mappa iniziale delle preconoscenze
Si è iniziato con un’indagine sulle conoscenze già possedute dai bambini sull’Oasi naturalistica comunemente detta “cave di Noale” con la tecnica del brainstorming.
Le idee dei bambini sono state scritte su dei post-it, attaccate su un cartellone e dopo la discussione sono state successivamente riordinate e classificate per argomenti, formando la mappa mentale iniziale.
Si è dato spazio e importanza a questa attività per far emergere e valorizzare quanto ciascuno sa già o ritiene di sapere sull’oggetto della ricerca, per favorire la partecipazione e per orientare la progettazione del docente.
Le cave: localizzazione e osservazione indiretta e diretta
Attraverso l’uso delle fonti cartografiche e di domande-guida che suggerivano di evidenziare gli elementi del paesaggio con diversi colori, i bambini hanno visto rappresentata l’area dell’oasi, l’hanno localizzata nel contesto, hanno formulato ipotesi e inferenze che dovevano essere verificate con un’uscita.
La zona delle cave, formatasi con l’estrazione dell’argilla, ha subito negli ultimi anni degli interventi idraulici in base ad un progetto regionale sul disinquinamento della laguna, diventando un bacino di fitodepurazione delle acque del rio Draganziolo che si immettono inquinate nell’Oasi ed escono pulite nel suo corso naturale.
In questo modo la zona è diventata un’oasi protetta, facente parte dei sic (Siti di Importanza Comunitaria). La lettura della mappa e della sua legenda che si trova nel progetto regionale “Interventi per il disinquinamento della laguna di Venezia” consente di produrre questa conoscenza sulle cave.
Dal documento sono state estrapolate e trattate didatticamente, per essere comprensibili agli alunni, brevi descrizioni dell’area delle ex cave Cavasin, degli interventi idraulici compiuti e dello scopo del progetto. La pianta del bacino di fitodepurazione è stata spiegata da una legenda con immagini e testo didascalico e da un glossario per i termini più specifici.
Con l’inizio della bella stagione, è stata effettuata l’uscita all’oasi con l’aiuto di una guida naturalistica che ha confermato una ipotesi degli alunni: l’origine delle cave era riconducibile all’attività estrattiva dell’argilla.
La metodologia della didattica dei copioni
Esperienza: fare i mattoni a mano in classe
Tutti i bambini sapevano che con l’argilla si facevano i mattoni, ma come? Applicando la didattica dei copioni l’insegnante ha invitato i bambini a formulare ipotesi su come, con quali materiali, strumenti e tempi si potevano realizzare i mattoni. Poi li ha messi al lavoro. Gli alunni hanno sperimentato l’uso di attrezzi e dell’impasto molle, cioè l’argilla depurata, provato quali tecniche di lavorazione funzionavano meglio, quali azioni e tempi erano necessari e quali ruoli essi stessi assumevano.
Infine hanno marchiato in modo personale i loro mattoni e messi ad asciugare in classe o sopra gli armadi o vicino ai termosifoni.
Configurazione delle azioni in un copione
Terminato il lavoro, hanno ricostruito le fasi della fabbricazione, hanno motivato la scelta di strumenti e di tecniche e hanno ragionato sulle procedure adottate.
Le loro osservazioni sono state raccolte e illustrate con foto e disegni in uno schema/cartellone. Nel raccontare l’esperienza, gli alunni hanno ricostruito un copione, cioè una rappresentazione di sequenze di azioni e di attività, finalizzata alla costruzione di un mattone.
Variante del copione: fare i mattoni a mano nella fornace San Marco
Le classi erano pronte a vedere la fabbricazione dei mattoni nella fornace San Marco, a Noale, dove si costruiscono mattoni sia a mano che in modo industriale, offrendoci così l’opportunità di due varianti del copione “Fare i mattoni a mano in classe”. Gli alunni, avendo interiorizzato la routine per la produzione di mattoni, hanno rilevato le differenze e le analogie della fabbricazione nella fornace.
Hanno rafforzato le procedure necessarie per fare i mattoni dalla formatura, allo stampaggio, colto le differenze nella cottura e nella resistenza del prodotto. Hanno imparato e applicato nella loro esperienza un lessico specifico.
Seconda variante del copione: Fare i mattoni in modo industriale nella fornace San Marco
La mattoniera è una macchina complessa ed enorme che svolge tutte le operazioniper fabbricare i mattoni in modo industriale e funziona a ciclo continuo.
Su un nastro trasportatore arriva l’argilla, viene spinta negli stampi che vengono raccolti da un vassoio e avviati in un deposito. Tutto avviene in modo meccanizzato e veloce.
Configurazione delle varianti in un copione
Per illustrare le due varianti sono stati completati due cartelloni ed è stato utilizzato lo schema precedente.
Accostati uno dopo l’altro, risultavano evidenti le differenze e le analogie nei tre modi di fabbricare mattoni. Per capire il lavoro della mattoniera è stato utile il disegno della macchina fornitoci dalla direzione della San Marco dove si sono visti, meglio che nella realtà, le fasi della produzione perché concentrate in uno spazio limitato. Era evidente, soprattutto, l’assenza del lavoro dell’uomo. La consapevolezza dei risultati di una produzione meccanizzata è emersa ancora più chiaramente quando i bambini hanno inserito nel cartellone i dati della produzione di un giorno. Si è utilizzata una tabella di sintesi per confrontare i tre tipi di produzione esaminati e, soprattutto, per evidenziare i cambiamenti che sono stati messi in risalto con i colori.
Generalizzare nel tempo: dalla contemporaneità alla storia antica
Alcuni ragazzi, ricordando le costruzione delle prime città di Egizi e Sumeri, si sono chiesti come quei popoli fabbricassero i mattoni. La curiosità li ha avviati alla generalizzazione nel tempo.
Questa operazione cognitiva ci ha permesso di collegare la storia locale con quella generale e di dare un senso e una motivazione più forte alla conoscenza di antiche civiltà non ancora studiate.
Per evidenziare questa continuità sono state scelte fonti iconografiche e scritte e, per ricavare informazioni sulla costruzione dei mattoni al tempo dei Sumeri, degli Egiziani, degli Ebrei e al tempo dei Romani grazie a dei laterizi trovati vicino a Noale, sono state preparate delle attività. Dalla lettura delle fonti i bambini hanno ricavato informazioni sulle attività artigianali, sulle conoscenze tecnologiche e, per inferenza, sull’organizzazione sociale di popoli antichi. Seppur in un contesto diverso hanno riconosciuto che alcuni processi per la fabbricazione di laterizi sono
rimasti inalterati.
La fabbricazione dei mattoni e la costruzione di edifici e città sono stati pensati dagli alunni come un “indicatore di civiltà” che caratterizza un periodo della storia o di un popolo.
Comunicare
I cartelloni prodotti e la tabella finale sono stati utili strumenti per descrivere le fasi di produzione, per fare confronti, rilevare cambiamenti o evidenziare analogie nella fabbricazione dei mattoni. Hanno aiutato gli alunni a individuare i processi fondamentali presenti in tutti e tre modi di fabbricare i mattoni e sono stati impiegati per mostrare una sintesi del percorso didattico.
Attraverso le verbalizzazioni, le narrazioni e le argomentazioni orali gli alunni sono stati preparati alla produzione di un testo scritto.