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Ho letto un libro NL n.° 11


  • Vincenzo Guanci e Maria Teresa Rabitti (a cura di), Storia e competenze nel curricolo, Cenacchi, Castel Guelfo (BO), 2011, pp. 205
 
Nella prima parte il testo conduce il lettore alla costruzione ragionata dell’idea di competenza, alle implicazioni cognitive, operative e affettive che il concetto sottende, e propone gli obiettivi di apprendimento, come “intermediari per assicurare lo sviluppo delle competenze“ nei tempi lunghi del curricolo continuativo. Ogni ingrediente costitutivo del curricolo (preconoscenze, conoscenze, obiettivi, processo di insegnamento e apprendimento, testi, contesti e valutazione) viene esaminato per fornire all’insegnante criteri per la progettazione curricolare.
La seconda parte  si presentano esempi di curricoli adatti ai vari cicli scolastici, con cui confrontarsi e da cui gli insegnanti possono trarre spunti utili  per la propria programmazione.
 
Scritti di Massimo Baldacci, M. Giuseppina Biancini, Cristina Carelli, Paolo Coppari, Vincenzo Guanci, Maurizio Gusso, Paola Lotti, Anna Rosa Mancini, Ivo Mattozzi, Ernesto Perillo, Mario Pilosu, Maria Teresa Rabitti e Maria Catia Sampaolesi.
 
 
 
  • Witold Kula, Riflessioni sulla storia, Venezia, Marsilio, 1990, pp. 234
 
« (…) Lo storico deve essere un interprete che traduce i valori di altre civiltà nella nostra lingua. Egli è sempre consapevole dei valori individuali che traduce, come anche della possibilità, nonostante tutto, di compiere una tale traduzione. Lo storico rende la società consapevole della propria individualità e allo stesso tempo rende questa individualità comprensibile agli altri. Comprendere gli altri - ecco il compito che lo storico deve prefiggersi. Non è facile averne uno più difficile.E’ difficile averne unop più bello”
Dal discorse fatto  da W. Kula in occasione del suo sessantesimo compleanno, pubblicato in appendice a questo importante  saggio.
 
 
 
 
 
  •   Jacques Le Goff, La nuova storia, Milano, A. Mondadori, 1980, pp. 317
 
In quest'opera sono raccoltl i contributi di alcuni tra i maggiori studiosi francesi che hanno dato impulso alla trasformazione della storiografia contemporanea, e che definiscono efficacemente oggetti, metodi e finalità dei diversi campi d'indagine che formano il panorama della nuova storìa:
Una storia, scrive Le Goff, che sappia «ripensare gli avvenimenti e le crisi in funzione dei movimenti lenti e profondi, interessarsi meno alle individualità di primo piano che agli uomini in generale … preferire la storia delle realtà concrete - materiali, psicologiche e culturali - della vita quotidiana ai fatti che accaparrano l'effimera "prima pagina" dei giornali ».
 
 
 
 
 
  • Jacques Le Goff, P. Nora (a cura di), Fare storia. Temi e metodi della nuova storiografia, Torino, Einaudi, 1981, pp. 258
 
Gli autori dei saggi qui raccolti hanno affrontato questi temi: il quantitativo in storia (Furet), la storia concettualizzante (Veyne), le vie della storia prima della scrittura (Leroi-Gourhan), la storia dei popoli senza storia (Moniot), l'acculturazione (Wachtel), storia sociale e ideologie delle società (Duby), il ritorno dell' avvenimento (Nora), l'antropologia religiosa (Dupront), la letteratura: il testo e l'interprete (Starobinski), il clima: la storia della pioggia e del bel tempo (Le Roy Ladurie), la mentalità: una storia ambigua (Le Goff).
Un nuovo tipo di storia sempre più collegata con le altre scienze sociali e in generale con le altre forme del sapere.
 
Leggi la Presentazione del libro a cura di J. Le Goff e P. Nora
 
 
 
  • Matteo Melchiorre, La via di Schenèr. Un'esplorazione storica nelle Alpi, Venezia, Marsilio, 2016, pp. 239.
 
La vita plurisecolare di due comunità: la città di Feltre, sotto, e gli abitanti del Primiero, sopra: uniti e separati da un passo, lo Schenèr – descritto, a seconda di chi lo attraversava, come «gola stupenda» o «orrido abisso» –, confine e transito insieme, luogo fortificato e cordone ombelicale. 
Sotto la svagata andatura della narrazione, il lavoro storico di Melchiorre è ampio, solido, accurato.
A leggere questo suo meraviglioso libro (meraviglioso perché fa apparire meravigliose cose comuni e materiali e quotidiane) lo si potrebbe scambiare per un girovago, un innamorato, un sognatore, un cantastorie – o, come direbbe Dario Fo, un «cacciaballe».
 
 
 
 
 
  • Gianni Rodari, Il gioco dei perché, Roma, Editori Riuniti, 1995
 
Perché i pesci non annegano? Perché i grandi hanno sempre ragione? Perché si mangia? "Il gioco dei perché è il più vecchio del mondo... - avvertiva Rodari. - Il bambino spara i suoi perché come una mitragliatrice. Prima ancora di imparare a parlare l'uomo doveva avere nella testa un gran punto interrogativo; ma di punti interrogativi sono tuttora pieni il cielo e la terra. "
Lo scrittore dedicò alle domande che i bambini gli inviavano una fortunata rubrica settimanale nella quale ogni perché, invece di venire liquidato con risposte sensate e "adulte", diventava il pretesto per filastrocche, raccontini, invenzioni fantastiche.
 
 
 
 
  • Jostein Gaarder, C’è nessuno? Salani, 2006, pp. 116
 
Joakim, otto anni, in attesa di un fratellino, è rimasto solo in casa. Sua madre, colta dalle prime doglie, è corsa in ospedale accompagnata dal padre. Joakim guarda fuori dalla finestra: a un tratto si accorge che c'è un bambino appeso per i calzoni e a testa in giù a un albero del giardino. E' una strana creatura, simile a un umano, ma non del tutto uguale. I due, parlando, si raccontano e si interrogano sulle proprie origini, finendo quasi inavvertitamente col porsi i grandi interrogativi che riguardano la vita e il suo significato.
 
 
 
 
  • Charles M. Schulz, Perché Charlie Brown, perché? Rizzoli,1993
 
Un libro e un film di animazione per parlare ai bambini della malattia del cancro che può colpire anche i più piccoli. Un modo delicato per mostrare come le cose cambino quando un amico (un’amica, in questo caso) deve curarsi. Dai primi sintomi alle conseguenze della chemioterapia.
Linus, Charlie Brown e la piccola Janis dialogano con semplicità di come si cura e dei disagi che crea. C’è spazio per raccontare le emozioni dell’attesa e persino per mostrare come i pregiudizi si basino sull’ignoranza. Una storia a lieto fine, naturalmente, dove l’amicizia si fa aiuto verso chi è malato. Bravo Linus!
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