Rete delle GeoStorie a scala locale
Newsletter n. 12
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1. La griglia emisferica che protegge lo spioncino sul lato interno di una porta a tenuta di gas trovata nel 1945 in ARCHIVIO Auschwitz-Birkenau. |
2. Ricostruzione della griglia in The Evidence Room |
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IN FORMA DI PAROLE
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Ecco che succede col vivere all'indietro, - disse gentilmente la Regina: - in principio uno si sente un po' di vertigine.
- Vivere all'indietro! - ripete Alice nel massimo stupore, - non ho mai sentito una cosa simile!
- ... ma v'è un gran vantaggio: che la memoria lavora in tutti e due i sensi.
- Io son certa che la mia lavora in un senso solo, - osservò Alice. - Non può ricordare le cose prima che accadano.
- Che miserabile razza di memoria quella che lavora solo all'indietro! - osservò la Regina. –
Lewis Carroll, Attraverso lo specchio
Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Hurbinek era un nulla, un figlio della morte, un figlio di Auschwitz.
Dimostrava tre anni circa, nessuno sapeva niente di lui, non sapeva parlare e non aveva nome: quel curioso nome, Hurbinek, gli era stato assegnato da noi, forse da una delle donne, che aveva interpretato con quelle sillabe una delle voci inarticolate che il piccolo ogni tanto emetteva.
1" novembre. Oggi a Kielce hanno messo dei manifesti che dicono che chi entra o esce dal quartiere ebraico sarà punito con la pena di morte. Perché finora, invece, ancora si poteva entrare e uscire.
Martedì, 11 aprile 1944
Dobbiamo ricordarci che siamo dei clandestini, che siamo ebrei incatenati, incatenati in un determinato posto, senza diritti ma con mille doveri. Noi ebrei non possiamo far valere i nostri sentimenti, dobbiamo essere forti e coraggiosi.
Clermont-Ferrand, 18 marzo 1941
Dovunque io muoia, in Francia o in terra straniera, e in qualsiasi momento ciò accada, lascio alla mia cara moglie o in sua mancanza ai miei figli la cura di provvedere ai miei funerali, come riterranno opportuno. Saranno funerali puramente civili: i miei cari sanno che non ne avrei voluti di diversi.
Ci vuole tempo per riportare alla luce ciò che è stato cancellato. Sussistono tracce in alcuni registri e si ignorano dove siano nascosti, quali custodi veglino su di essi e se quei custodi accetteranno di mostrarli. Può anche darsi che ne abbiano semplicemente dimenticato l’esistenza.
Basta un po’ di pazienza.
Può stupire che in Lager uno degli stati d'animo più frequenti fosse la curiosità. Eppure eravamo, oltre che spaventati, umiliati e disperati, anche curiosi: affamati di pane e anche di capire.
The fallen of World War II
Una video-linea del tempo animata che mostra, in modo davvero chiaro per la sua essenzialità grafica, l'andamento dei numeri dei civili e dei militari caduti in tutti i luoghi di conflitto, nel corso della Seconda Guerra Mondiale. A partire dal minuto 07:35 si possono vedere i dati relativi alla popolazione ebraica e a tutti gli altri gruppi perseguitati dai nazisti.
Perché parlare ancora di Shoah dopo oltre settant'anni? Perché a bambine e bambini, ragazze e ragazzi così giovani? Per conoscere o per respingere quella barbarie?
Chi non conosce non può dire né "sì" né "no".
I materiali di questa sezione ci raccontano alunne e alunni che hanno cominciato a conoscere o hanno capito cosa è stata la Shoah. Si sono posti delle domande ed hanno cercato le risposte. Hanno imparato a riflettere sul valore e la necessità della memoria senza la quale nessun "perché" del passato può trovare risposta e neppure rendere più intelligibili alcuni "perché" del presente.
Un percorso didattico per iniziare a conoscere cos'è stata la Shoah tra classe quarta e quinta.
Nella didattica di questi anni è giocoforza lavorare sempre più alla costruzione di un sapere che renda la conoscenza e l’esperienza un fatto unitario o, quanto meno, in grado di collegare e trovare relazioni tra di esse. Non ultimo si pone il problema di riuscire a mantenere alto il livello dell’interesse facendo leva anche sul valore emotivo e sull’empatia che l’esperienza e/o la conoscenza possono stimolare.
Nella ricorrenza del Giorno della Memoria (classe quarta) ho letto alle due classi il libro di Ruh Vander Zee ”La storia di Erika”, illustrato in modo magistrale da Roberto Innocenti ed edito da La Margherita.
La storia di Erika è un racconto che si rifà ad una storia vera, a quanto dichiara l’autrice. Ogni volta che lo leggo ai miei alunni mi emoziono e vedo che ciò accade anche a molti di loro.
La consegna didattica: Dopo aver ascoltato “La storia di Erika” scrivi il tuo commento a questa storia. Poi scrivi tutte le domande che questo racconto e le vicende sulle deportazioni ti fanno venire in mente. Ecco alcune delle loro riflessioni.
Sara
Per me questa storia è triste perché parla di brutti momenti come quando caricano gli Ebrei sui treni per portarli ai campi di concentramento. Ma è anche bella perché i genitori di Erika, con la speranza che trovasse un futuro migliore, la lanciarono dal treno.
Nonostante alcune spiegazioni date prima di leggere il libro “La storia di Erika” e la lunga discussione per scoprire quali pre-conoscenze possedessero già (date da bisnonni, nonni, genitori, tv, web) i bambini hanno posto numerosissime domande. Come quelle che seguono.
- Come si sarà sentita la mamma di Erika?
- Come si sarà sentita Erika?
- E perché la donna prese Erika anche sapendo che rischiava?
- La avranno baciata i suoi genitori prima di buttarla fuori dal treno?
- I genitori di Erika hanno sofferto tanto nel campo di concentramento?
In classe quinta riprendiamo i ragionamenti e le riflessioni partendo da alcuni brani tratti da testimonianze e testi di narrazione storica verosimili. Si tratta di libri che appartengono alla biblioteca da molti anni e che più volte ho usato per trarne riflessioni da condividere con i miei alunni. Ritengo che, benché datati, rappresentino ancora un ottimo supporto al percorso che sto costruendo.
8 luglio 1942, dal Diario di Anne Frank (La fuga verso il nascondiglio)
10 maggio 1938, di Frediano Sessi da Ultima fermata Auschwitz, Einaudi (L’applicazione delle leggi razziali in Italia: i primi provvedimenti a scuola)
Il maestro, di Hans Peter Richter, Si chiamava Friedrich, Mondadori (Il racconto di come è nata la diaspora ebraica)
Le prossime attività saranno di tipo laboratoriale e informativo, ma anche formativo.
L’obiettivo che deve essere raggiunto è la conoscenza schematica e semplificata (ma storicamente corretta) dello sterminio durante la seconda guerra mondiale per dare, finalmente, risposte plausibili alle loro importantissime domande.
I.C. Carbonera, Scuola Primaria "De Amicis",
classi 5 A e 5 B, ins. Luisa Bordin
Dalle testimonianze orali di alcuni sopravvissuti alla scrittura e all'illustrazione dei loro racconti affidata alle classi quinte delle scuole primarie di Spinea. Dei sei di allora ne è rimasta una sola: Olga Neerman. Per non dimenticare.
Un esempio di depliant-scheda didattica di analisi e riflessione sul film "L'amico ritrovato" di Jerry Schatzberg (1989) ispirato all'omonimo romanzo di Fred Uhlman realizzato dai docenti dell'I.C. di Breda di Piave per introdurre i ragazzi al Giorno della Memoria.
27 GENNAIO: “IL GIORNO DELLA MEMORIA”
Commento al film “L’Isola in Via degli Uccelli”
La recensione di un film per il giornalino scolastico
Il giorno 27 gennaio è chiamato il “Giorno della Memoria” per ricordare la Shoah, ovvero la persecuzione e lo sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti.
È passato già molto tempo dal 1945, anno della liberazione dei sopravvissuti nel campo di concentramento di Auschwitz da parte degli Alleati e, nonostante ci siano ancora dei superstiti che testimoniano, ancora qualcuno si ostina a negare che tutto ciò sia accaduto realmente durante la II Guerra Mondiale...
Un altro "compito autentico" che incrocia lettura, scrittura, immagini, fotografia, musica, progettazione, tecnologie digitali e creatività è il booktrailer. Un modo diverso, ma altrettanto efficace, per avvicinare i ragazzi alla lettura.
Roberto Innocenti, Rosa bianca
Eric-Emmanuel Schmitt, Il bambino di Noè
Anne Frank, Diario
Fred Uhlman, L'amico ritrovato
David Safier, I ragazzi del ghetto
I.C Breda di Piave (TV), Scuola Secondaria di 1° grado,
classi 3 A, 3 B, 3 C inss. Daniela Marangon, Loredana Nisi e Bruna Scodeller
Materiali e schede didattiche
Lo scorso anno abbiamo trattato nella mia terza il tema dell’Olocausto e della discriminazione operata dai movimenti nazifascisti secondo una triplice modalità:
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Prima conoscenza del tema e di testimonianze classiche seguendo il manuale di Storia e l’Antologia di italiano.
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Lavoro svolto in seguito alla visione del Docufilm: “Con i messaggi tra i capelli - ragazze della Resistenza trevigiana", prodotto dall'associazione rEsistenze” (2016) ai quali è poi seguito l’incontro con le testimoni della realizzazione del filmato incontrate il giorno 8 marzo a scuola.
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Visione del film “The Great Dictator” di Chaplin (1940).
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Analisi, tramite scheda, di filmati relativi alla propaganda nazifascista.
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Visita al ghetto di Venezia dopo una lettura che allego (la visita al ghetto è stata solo però di passaggio, ritornando dalla Fondazione Guggenheim, ancora a ottobre).
- Dopo la visione del film Il Grande Dittatore di Charlie Chaplin, 1940, il discorso finale
I'm sorry, but I don't want to be an Emperor - that's not my business. I don't want to rule or conquer anyone. I should like to help everyone, if possible -- Jew, gentile, black man, white. We all want to help one another; human beings are like that.
- Le parole chiave del discorso finale del film in lingua inglese
- Filmati di propaganda nazifascista - Istituto Luce e griglia di analisi
- La visita al Ghetto di Venezia.
Prima della visita al Ghetto di Venezia una lettura tratta da Paolo Rumiz per iniziare comprendere il contesto storico.
Io sono il Ghetto. A Venezia la città degli Ebrei
di Paolo Rumiz
La pattuglia di neri tuffetti sorvola in formazione a "V" il canale di Cannaregio in direzione del tramonto. Dall'altra parte una Luna enorme, gelida, galleggia sui tetti sul lato dell'isola di San Michele. Un vaporetto chiede strada a una gondola e accosta all'imbarcadero delle Guglie con pochi turisti intabarrati.
I.C. Maserada sul Piave (TV), Scuola Secondaria di 1° grado,
classe 3 B, ins. Anna Amadio
NL.n.° 6 - Memoria
Percorsi didattici I.C. Martellago - Gli Ebrei a Martellago, 1933-1938
Percorsi didattici I.C. Carbonera - Mai più, per non dimenticare
a cura di Gabriella Bosmin - Ernesto Perillo (01/12/2016)
Il giorno della memoria ci invita ogni anno a ripensare alla tragica vicenda degli ebrei europei perseguitati, deportati e infine sterminati negli anni Quaranta del secolo scorso,
D.: Vorremo per prima cosa conoscerla e farla conoscere.
OLGA N.: Mi chiamo Olga Neerman, ma ormai per tanti ragazzi sono soltanto “nonna Olga”. Sono nata nel lontano 1925, perciò come disse il famoso giornalista Enzo Biagi, posso affermare anch’io: “La mia è un generazione che ha visto la fine di tre dittature: il fascismo, il nazismo e il comunismo”.
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APPUNTAMENTO AL PROSSIMO NUMERO AD APRILE 2017
Redazione della newsletter: Luisa Bordin, Gabriella Bosmin, Ernesto Perillo, Andrea Tempesta.
SI RINGRAZIANO
Le insegnanti dell’I.C. di Carbonera (TV) Tiziana De Piccoli e Sabina Moro, gli alunni e le alunne delle classi quinte della Scuola primaria “De Amicis”; le insegnanti dell’I.C. di Breda di Piave (TV) Daniela Marangon, Loredana Nisi, Bruna Scodeller ed i loro studenti e studentesse di Scuola secondaria di 1° grado; l’insegnante Anna Amadio e la classe terza di Scuola secondaria di 1° grado dell’I.C. di Maserada sul Piave (TV), l’insegnante Lorella Lazzari, la signora Olga Neerman per l’intervista rilasciata per questa newsletter.
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