Andar per tracce.
Un po’ come andar per funghi, sostiene lo storico Matteo Melchiorre. Ci vogliono naso, passione, conoscenze e un gruzzolo di competenze che si affinano nel tempo e con l’esperienza.
L’hanno scovata tra decine di migliaia di pezzi di resina fossile raccolti dall’entomologo David Grimaldi e depositati presso l’American Museum of Natural History di New York.
A Laeotoli, in Tanzania, 3,6 milioni di anni fa. Nel tufo settanta orme in fila: tre individui di Australopithecus afarensis (la stessa specie della famosa Lucy) imprimono su uno strato di ceneri vulcaniche umide le loro tracce, che poi si fossilizzano a futura memoria della più antica camminata di un nostro antenato mai scoperta finora.
Per millenni l’uomo è stato cacciatore. Nel corso di inseguimenti innumerevoli ha imparato a ricostruire le forme e i movimenti di prede invisibili da orme nel fango, rami spezzati, pallottole di sterco, ciuffi di peli, piume impigliate, odori stagnanti.
Un muratore ha lavorato per un mese vicino a casa mia. Una volta, avendo visto che il sole - era estate - batteva forte sulle impalcature, sono andato a portargli una birra da frigo. E’sceso giù, si è seduto all'ombra del ponteggio e ha cominciato a raccontarmi come si fa questo e come si fa quello; problemi di cantiere, difficoltà specifiche, geniali intuizioni; quella volta del garage sotterraneo in via Dolci, quell' altra della villa del dottor Cian e quell' altra ancora del restauro giù in centro.
Il questa pagina il filosofo francese Jacqes Derrida, dialogando con J. M. Rodes, approfondisce il concetto di traccia (tutto è traccia) in rapporto al concetto di archivio: “Non vi è archivio senza traccia, ma non ogni traccia è un archivio nella misura in cui l'archivio presuppone non soltanto una traccia, ma anche che la traccia sia appropriata, controllata, organizzata, politicamente sotto controllo”.
Il difetto del paesaggio americano non è tanto, come vorrebbe l'illusione romantica, l'assenza di ricordi storici, quanto il fatto che la mano non vi ha lasciato alcuna traccia. Ciò non riguarda soltanto l'assenza di campi, i boschi incolti, e spesso bassi e cespugliosi, ma soprattutto le strade.
Cosa dobbiamo aspettarci da "Espaece"?
«Lo spettacolo è una sovrapposizione — proprio come la parola "espaece" (spazio+specie) — di cose che non stanno bene insieme: il canto lirico che si sovrappone alla danza che si sovrappone al circo che si sovrappone al vuoto del teatro, che a sua volta è una sovrapposizione, nel senso che noi continuiamo a scrivere sulle tracce di spettacoli precedenti.
Dalla farina, alla colla, alla schiuma da barba, al respiro e soffio catturati in un vasetto di vetro trasparente: bambini e bambine scoprono le tracce del loro corpo e della loro presenza, del loro esserci.
Con i bambini e le bambine dei tre, quattro e cinque anni abbiamo progettato e realizzato un laboratorio che ha riguardato i segni e le tracce. I bambini hanno sperimentato l’uso di vari materiali quali: la farina, la colla, i colori, la schiuma da barba e altro ancora per far sì che scoprissero le tracce che loro stessi erano in grado di lasciare.
Partendo dalle tracce che bambini e bambine lasciano con le loro mani, passando ad altri segni e impronte lasciate da oggetti diversi: un primo itinerario di didattica delle fonti per avviare la classe alla costruzione di abilità e competenze necessarie nei processi di ricostruzione storica.
Un progetto pluriennale finalizzato alla scoperta/conoscenza graduale del Museo Nazionale Archeologico di Altino paragonato ad un libro di cui si sfogliano inizialmente le pagine per curiosare, per sbirciarne le immagini, i titoli delle storie o dei capitoli.
Il presente percorso, pur nella sua brevità, ha avuto lo scopo di far conoscere ai bambini il loro paese, per capire i cambiamenti avvenuti nel tempo.
È stata fatta un’uscita sul territorio, fotografati alcuni monumenti, la Chiesa e osservato come sono oggi questi luoghi.
I bambini/e quando scoprono le tracce nel loro territorio alimentano motivazione e curiosità e imparano guardare in modo diverso, meno superficiale l’ambiente in cui vivono.
Cominciano a dare significato e valore al loro contesto spaziale.
La classe 4^ di Cappelletta è andata a Vignui di Feltre nella Val San Martino per una escursione naturalistica nel Parco delle Dolomiti Bellunesi.
Ci siamo chiesti se i Romani sono stati qui, nel nostro territorio. Dopo varie ipotesi ci siamo ricordati che i Veneti Antichi nel 225 a.C. si allearono con i Romani per cacciare i Celti, e che il Veneto divenne parte del territorio Romano.
Il percorso proposto è stato svolto dalla classe II A della scuola secondaria C.Goldoni di Martellago.
È risultato vincitore del concorso “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio artistico e culturale del Veneto” nell’anno 2016-2017.
Il video Nove, disnove, quarantatrè. Pulka, Mazurka e valsivien… viaggio attraverso le danze tradizionali venete, proposto dalla classe 2° della scuola secondaria Goldoni di Martellago, è risultato vincitore del concorso "Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio artistico e culturale del Veneto" (2014-15).
Quella che oggi è chiamata Sala Pax è la precedente chiesa del paese, che non è stata demolita dopo la costruzione di quella nuova, ma è diventata un luogo di ritrovo comunitario riconosciuto dal paese, in essa si svolgono assemblee, incontri, concerti, feste.
Giancarlo Ligabue, esperto e appassionato raccoglitore di tracce di antichità mesopotamiche “…sapeva accostare segni e simboli che sembravano, nelle sue narrazioni, risvegliarsi da millenari torpori per tornare a dialogare con noi umani.” (Adriano Favaro)
In primavera la Rete delle GeoStorie a scala locale ha organizzato per le docenti una visita alla Mostra “Segni. Prima dell’alfabeto” a Venezia.
Traccia.
È la parola sulla quale ci piacerebbe ragionare in questa newsletter.
E sulla traccia delle tracce crediamo sia possibile in-seguire cose, animali, piante, persone, pensieri, emozioni, sogni. Storie.
Abbiamo intervistato sull'argomento: Patrizia Manessi, Matteo Melchiorre, Roberto Pittarello.
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