«L'immagine della guerra, per noi che abitiamo l'epoca della televisione, è una poltiglia veloce e luminosa. Per scovare, in questo continuum sminuzzato e frammisto ad altri milioni di luci, un'epica, cioè un racconto, noi dobbiamo ricorrere ogni giorno alla morale. Trovando dentro di noi, quasi fossero antidoti o addirittura trucchi, dei "valori" in grado di ricondurre al dolore, al lutto, alla violenza ciò che il video compita, minuto dopo minuto, come puro spettacolo…
I bambini giocano alla guerra.
È raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
Lemuel Gulliver, medico di bordo della marina britannica, durante un naufragio, finisce in una strana isola. Al suo risveglio si trova legato da uomini alti circa 15 centimetri, abitanti delle isole vicine di Lilliput e Blefuscu. Dopo aver dimostrato di essere un uomo pacifico e dopo aver giurato fedeltà all'Imperatore, Gulliver viene accolto nel grande palazzo imperiale. Gli vengono offerti alloggio e cibo, e viene a conoscenza degli affari del governo esposti da un segretario di stato: verrà a sapere che le due isole sono da tempo in guerra tra di loro.
«Eh bien, mon prince, Gênes et Lucques ne sont plus que des apanages, proprietà de la famille Buonaparte. Non, je vous préviens, que si vous ne me dites pas que nous avons la guerre, si vous vous permettez encore de pallier toutes les infamies, toutes les atrocités de cet Antichrist (ma parole, j'y crois), je ne vous connais plus, vous n'êtes plus mon ami, vous n'êtes plus il mio fedelissimo servitore, comme vous dites. Ma benvenuto, benvenuto. Je vois que je vous fais peur, sedetevi e raccontate.»
"Quando mi dicono che dello scoppio di una qualche guerra è colpevole in maniera esclusiva una delle due parti, non posso mai trovarmi d'accordo con una simile opinione. Si può ammettere che una delle parti agisca con maggiore cattiveria, ma stabilire quale delle due si comporta peggio non aiuta a chiarire neanche solo la più immediata delle cause per cui si verifica un fenomeno così terribile, crudele e disumano quale è la guerra.
Recordo poi che era propia il ciorno di Natale, e propia quella nottata si aveva presentato alle nostre posezione un soldato austrieco che parlava italiano, e forse era di Trieste, e disse che si voleva rentere come pricioniere, e così la sentenella non ci ha sparato. E io lo teneva in consegna.
Propia quella ciornata era di dominica e il prete ci ha portato sotto li albere per farene sentire la messa, come tante domeniche. E così, ci ha venuto il pricioniere pure, alla messa.
Fabrizio De André e alcune delle sue ballate, per cominciare.
La proposta è di usare parole e musica come fonti per la storia, analizzando insieme a studentesse e studenti alcuni di questi testi, costruendo i contesti necessari per meglio comprenderli, cucendo le storie raccontate da De André dentro la storia generale di cui fanno parte.
E da qui proseguire per una esplorazione che potrebbe riguardare altri autori/autrici, gruppi e band, periodi, stili ed eventi musicali fino ad arrivare ad oggi.
La Grande Guerra raccontata attraverso l'antica forma poetica della ballata. Roberto Piumini ha composto per il centenario uno splendido testo in rima per rappresentare la storia delle donne e degli uomini che dovettero, loro malgrado, subirne il peso e pagarne le conseguenze. Recita l'autore stesso. Dal sito web de "Il Corriere della Sera".
Uno dei "classici" della letteratura cinematografica. Uscito in America in pieno conflitto mondiale il film continua a di-mostrare, attraverso l'uso della comicità e della satira di Chaplin, la forza e la grandezza della pace contro la stupidità e l'illogicità della guerra. Come non citare il famoso e ancora attualissimo discorso all'Umanità?
Ad inizio anno desideravo inserire nel gruppo classe tre bambini, provenienti da realtà diverse, proponendo attività piacevoli che coinvolgessero tutti. Lo spunto venne dagli stessi alunni: sollecitati ad esprimere le loro aspettative verso il nuovo anno scolastico indicarono, fra le altre cose, il desiderio di fare delle “gite interessanti”.
In considerazione del fatto che quest’anno si celebrano i 100 anni dalla Grande Guerra, utilizzai questa indicazione per organizzare la visita al Museo di Maserada e una biciclettata lungo l’argine del Piave, verso il Mulino della Sega.
Il quaderno è il frutto del lavoro di scrittura creativa all’interno del progetto di storia locale “La guerra: un gioco da ragazzi?”, affrontato dalla nostra classe nell’anno in corso. Lavorando a gruppi, abbiamo immaginato di essere un coetaneo vissuto circa cento anni fa a Maserada, prima dell’esodo forzato dovuto all’arretramento del fronte seguito alla rotta di Caporetto.
Tra gli obiettivi del percorso:
-Immedesimarsi nei protagonisti involontari del conflitto rielaborando le conseguenze sul piano umano e socio/culturale;
-Inviare un messaggio di pace creativo, con modalità, strumenti e oggetti di reale valore storico che consentono di ricostruire un ambiente con la tecnica della contaminazione.
Come abbiamo scritto le "Storie" di Mario Dolfo.
Il nome di Mario Dolfo, come quello della maggior parte delle persone, non c’è nei nostri libri di storia. Per leggere la storia di Mario Dolfo, abbiamo dovuto, prima, scriverla.
Il Museo di Maserada cerca e raccoglie documenti che stanno dentro gli archivi, nelle case private o in libri poco conosciuti e li mette a disposizione della scuola. In classe abbiamo usato un piccolo dossier costruito dagli insegnanti assieme al Museo.
Un "classico" della canzone di guerra e di liberazione partigiana interpretato attraverso la voce e gli occhi di ragazzi d'oggi.
Nella scuola primaria di Pero da nove anni viene prodotto un giornalino scolastico chiamato "La nuova Campanella". Quest'edizione speciale, uscita nel marzo 2015 è frutto di un progetto interdisciplinare delle classi quarta e quinta. Gli alunni, dopo aver visitato a settembre 2014 alcuni luoghi della battaglia del Solstizio, accompagnati dallo storico prof. D. Ceschin, hanno effettuato delle ricerche di storia locale sulla Grande Guerra. Parallelamente sono stati letti brani tratti da racconti storici, diari, testi argomentativi (pro e contro l'intervento dell'Italia in guerra) e analizzate alcune poesie di Ungaretti.
Gli studenti di quarta hanno riportato le informazioni storiche corredate da disegni nel giornalino, mentre quelli di quinta hanno scritto autonomamente delle poesie dedicate ai soldati.
Il fumetto come mezzo espressivo per raccontare una storia di guerra. Ispirato al libro "La Grande Guerra negli occhi di un bambino, quaderno di Giuseppe Boschet" le alunne e gli alunni delle classi prime della Scuola secondaria di Breda di Piave hanno illustrato e realizzato in un laboratorio di informatica la vicenda realmente accaduta a un bambino di pochi anni durante l'occupazione austriaca del feltrino.
Descrivere e studiare alcune foto storiche tratte dall’archivio scolastico e altre realizzate dagli stessi studenti in esplorazione nei luoghi del Comune per capire cos’è una guerra e le trasformazioni che produce a partire dal territorio. I siti osserati sono luoghi intrisi di memoria storica: le trincee di Saletto, la Chiesetta rossa di Vacil ex ospedale da campo, l’asilo monumentale di Saletto, il monumento del Molino della Sega e altri ancora. Il confronto con i cambiamenti intervenuti nel paesaggio ha dato origine ad una mappa dei luoghi della Grande Guerra in formato cartaceo e multimediale corredata da testo espositivo.
“Guerra e Pace” il tema promosso dal Progetto Biblioteca Scolastica nell’anno 2014 - ’15.
Tante le letture, le riflessioni, le evocazioni, le emozioni, i suggerimenti da parte degli alunni delle classi terze, che hanno prodotto dei booktrailer sui libri letti.
Materiali di narrativa e poesia per classi quinte e prima secondaria. Una selezione di brani ed esercizi che raccontano sfide, diversità, prevaricazioni e leggi razziali, sofferenze e speranze, disagi e diritti, resistenze, guerre, prigionie e ideali, ma tutti legati dal sottile filo della giustizia e della libertà che, a ben pensarci, non sono altro che i fondamenti della pace.
L'uomo è da sempre in guerra, con se stesso principalmente. Ha perso la pace, la pace interiore prima ancora di quella esteriore. La pace è lo stato naturale dell'essere umano. Considerare la natura violenta non è appropriato. Gli animali e le piante e i fenomeni naturali seguono una legge non scritta dettata dall'istinto e dalla natura propria degli elementi...
Abbiamo rivolto a Mario Isnenghi, storico e autore di ricerche e saggi importanti sulla storia contemporanea, le guerre degli italiani e in particolare la Grande Guerra, alcune domande sul tema della guerra e della pace.
Ci ha risposto con una lettera che pubblichiamo assieme alle nostre domande e al link alla sua intervista sul centenario della prima guerra mondiale pubblicata su novecento.org, la rivista digitale dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia.
Il nostro ringraziamento a Mario Isnenghi per aver risposto alla nostra sollecitazione.
Grazie anche a Luciana Granzotto dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea per la collaborazione.
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